Mettiamo ordine nei numeri.
Un piano da 230 milioni di Euro per la sanità veneta dal decreto Rilancio per una nuova organizzazione dell’assistenza sanitaria, ospedaliera e territoriale. Una ottima notizia perché si parla di riorganizzazione della rete ospedaliera e di acquisizione di risorse umane e incentivi al personale. Più posti letto, mille nuove assunzioni per il servizio sanitario veneto: questo leggiamo oggi sulla stampa.
Sono previsti inoltre 211 nuovi posti letto di terapia intensiva e 343 di terapia semi-intensiva ma anche il rafforzamento dei Pronto soccorso e del Suem, con interventi strutturali per 101,5 milioni e 128,7 milioni per il personale.
Questi numeri parlano di un grande investimento per garantire alla nostra Regione la capacità di affrontare le nuove sfide attese sul piano sanitario, per la prevenzione e la cura delle malattie infettive, per pagare adeguatamente il personale a cui affidiamo le nostre vite e per tutelare ancora meglio i cittadini del Veneto.
La presenza diffusa e capillare dei presìdi ospedalieri e dei dipartimenti di prevenzione e assistenza sul territorio si è dimostrata l’arma vincente del Veneto, quella che ha evitato il dramma di regioni che avevano fatto la scelta dei grandi ospedali dove si concentravano i servizi sanitari.
La presenza diffusa dei presìdi ospedalieri ha permesso di non concentrare le persone infette e di curarle sul territorio, anche attraverso le cure domiciliari e soprattutto vicini ai loro cari, alle loro famiglie. Questo abbiamo capito che è un grande valore aggiunto e che non vi possiamo rinunciare. La creazione dei grandi hub in corso a Treviso e a Padova va bene, ma le risposte migliori anche per fare fronte anche alle epidemie come il Covid-19 sono venute dagli ospedali generalisti che il nostro sistema veneto per fortuna aveva in gran parte salvaguardato.
Per questo motivo guardiamo con grande attenzione e con grande speranza la grande opportunità che arriva con i finanziamenti europei che permetteranno di aumentare posti letto e personale negli ospedali. Anche nel presidio di Castelfranco Veneto, che nell’emergenza Covid ha dimostrato di poter e saper curare bene i cittadini che si erano contagiati e di preservare le persone ricoverate con altre patologie.
Nel San Giacomo non erano disponibili posti di terapia intensiva perché erano stati riservati allo IOV ma ora, con il raddoppio che la Regione ha previsto, sarà possibile restituire all’ospedale San Giacomo i suoi posti letto di terapia intensiva. Perché i Pronto soccorso, le chirurgie, le cardiologie, hanno bisogno di questa dotazione per dare un servizio sanitario in grado di salvare vite umane nel momento dell’emergenza.
Una grande opportunità per noi cittadini di questo territorio che sicuramente la nostra Regione Veneto saprà cogliere nell’interesse della salute di tutti.