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NOI LA
CIVICA

Salvatronda e le frazioni di Castelfranco

Potremmo cominciare parlando di Salvatronda, e non solo per le vasche per i liquami che, da quanto spiegato dal tecnico incaricato, l’allevamento suinicolo di cui si parla in questi giorni deve realizzare per adeguarsi alla normativa vigente e, dunque, nell’interesse pubblico, per migliorare la situazione attuale sul fronte della tutela dell’ambiente e della salute, nonché delle emissioni di odori sgradevoli.

Sappiamo benissimo tutti che convivere con odori di un certo tipo o con un viavai di traffico pesante che percorre stradine di campagna incrementando disagi e pericoli, non piace a nessuno.

A monte, il punto è che piace ancora meno e non fa stare tranquilli l’avere amministratori poco attenti, quasi noncuranti dell’impatto di alcuni interventi sulla vivibilità di una zona e indifferenti rispetto al dovere che hanno di informare in tempo utile e in maniera corretta e trasparente i cittadini, di ascoltare le loro istanze e dare risposta alle loro preoccupazioni.

Insomma, ci è voluta un’interpellanza urgente di un Consigliere di maggioranza, informato all’ultimo di quanto si sta autorizzando, perché venisse fatta un po’ di chiarezza, e questa non è che l’ennesima riprova della scarsa capacità di questa compagine politica a trazione leghista di amministrare in maniera attenta, lungimirante e rispettosa dei cittadini.

Purtroppo, aggiungiamo, questo modo di operare è la regola ed è forse più evidente quando si parla delle frazioni di Castelfranco. Mercoledì sera, infatti, i residenti di Salvatronda, cogliendo l’occasione di questo incontro pubblico, hanno detto anche di non conoscere il progetto di riqualificazione della piazza – che è già definitivo e che oltretutto prevede l’eliminazione di una fetta di verde del cortile della scuola per fare spazio a parcheggi, come abbiamo evidenziato fin da subito chiedendo lumi all’assessore di comparto. Inoltre, hanno espresso preoccupazione per l’incremento di traffico che interesserà la frazione, considerando l’ampliamento del depuratore, se il Comune non si farà carico di studiare delle soluzioni.

Tema della viabilità, del traffico, della sicurezza stradale che guarda caso è il comun denominatore delle preoccupazioni anche dei residenti di altri quartieri e frazioni di Castelfranco: da Campigo a S. Andrea O.M, passando per Treville, e non solo. Perché è evidente che questi aspetti incidono in maniera importante sulla qualità della vita dei cittadini, ma è altrettanto evidente che l’amministrazione affronta questi temi con una certa inerzia e un certo fatalismo, e che la centralità delle frazioni nel progetto politico di questa maggioranza era solo uno slogan da campagna elettorale.

Le frazioni diventano dormitori proprio per il fatto di essere ridotte a luoghi di transito, oltretutto carenti di infrastrutture sicure per la mobilità leggera e totalmente sprovviste di un servizio di trasporto pubblico che possa dirsi tale; perché private gradualmente di alcuni servizi, a volte della vitalità legata alla presenza delle scuole e di spazi di aggregazione che possano catalizzare iniziative sociali e culturali valide; per le occasioni mancate di valorizzare i luoghi di interesse, gli spazi verdi e le zone rurali che custodiscono.

Diventano dormitori perché, fatta eccezione per qualche intervento contentino, non c’è alcun investimento, nessuna progettualità, nessuna idea da parte di chi amministra rispetto a come agire perché ogni zona di Castelfranco possa offrire il meglio.

E va bene che il capitale umano delle frazioni è fortunatamente sempre vigile e attivo (vedi in foto l’iniziativa di domenica a Villa Barbarella, a S. Andrea O.M.), ma tutti gli assessori dovrebbero sentirsi chiamati in causa e provare a rispondere a questa domanda: quali azioni mirate stiamo portando avanti per le frazioni, ma anche per i quartieri, di Castelfranco? Siamo coscienti che lo sviluppo e il benessere di Castelfranco passano anche e soprattutto da qui?

L’auspicio è che gli incontri pubblici tra amministratori e cittadini vengano organizzati con cadenza regolare, non solo a Salvatronda; che si ascoltino le richieste e anche i preziosi spunti che possono arrivare da comitati, associazioni, singoli cittadini, o almeno che questa maggioranza renda conto pubblicamente del proprio operato, senza che i cittadini debbano smuovere il mondo per ottenere un’assemblea. Siamo cittadini, appunto, non sudditi.

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