Anno nuovo, problemi vecchi. Siamo a inizio 2024 e gli sforamenti dei limiti di PM 10, le polveri sottili, impongono nuovamente limitazioni su vari fronti: dal riscaldamento, al traffico, ai falò… I sindaci – primi responsabili della salute dei loro cittadini – sono in allarme, e danno il via alle varie misure previste dall’Arpav, suggerendo anche ricreazione al chiuso per i bambini e uscite solo se indispensabili per gli anziani.
Tutto necessario, tutto sacrosanto. Ma le misure sulle quali i Comuni puntano di più sono gli incentivi: i contributi al cambio caldaie, i contributi per l’efficientamento energetico dei fabbricati, i contributi per nuove piantumazioni. Si chiedono, cioè, investimenti sicuramente utili ma non risolutivi, lasciando sullo sfondo due grandi temi.
Se la prima misura messa in atto è il blocco delle auto, significa che ne viene riconosciuta la “responsabilità” rispetto alla qualità dell’aria. Troppe auto in circolazione portano un sovraccarico di smog che compromette la salute delle persone. All’inizio degli anni 2000, quando era partito il progetto regionale SFMR, cioè la Metropolitana di Superficie, si stimava che lo sviluppo della ferrovia, con treni rapidi e frequenti, avrebbe scaricato il Veneto dal 20% di traffico di collegamento, portando quindi a una significativa diminuzione dell’inquinamento dell’aria.
Un progetto strategico, sostenuto anche da Associazioni di categoria, lavoratori pendolari e studenti, determinante per sgravare dal traffico su strada una regione come il Veneto che soffre di una situazione di inquinamento fra i più gravi in Europa. Una “camera a gas” si legge spesso sulle rilevazioni che interessano il nostro territorio.
Con l’aggravante che anche il trasporto pubblico su gomma non ha ancora visto uno sviluppo puntuale in tutti i comuni medio-grandi come Castelfranco che sono doppiamente penalizzati: come si fa a lasciare l’auto a casa se da quartieri e frazioni non si può prendere un autobus per spostarsi nel territorio comunale?
Concludendo: la politica mette sotto accusa le auto e le blocca in garage ma con le auto blocca anche i cittadini. I disagi non mancano e il timore è che l’unica soluzione concreta all’orizzonte sia l’arrivo di una bella perturbazione. Possiamo continuare così ancora a lungo? Senza concretamente pensare agli investimenti strutturali – Ferrovia e Trasporto Pubblico Locale – che possono nel medio periodo, passo dopo passo, portare anche il Veneto in una situazione di sicurezza? Anche su questo dovrebbero puntare tutti insieme i nostri Sindaci.
Il diritto alla salute è un bene riconosciuto dalla Costituzione: la responsabilità della Politica è di tutelarla ma non con misure-tampone. Servono scelte politiche che richiederanno investimenti e sacrifici ma che porteranno risultati definitivi. I sussidi possono essere utili ma sono un’aspirina: non possono sicuramente curare una broncopolmonite.