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NOI LA
CIVICA

Servizi socio-sanitari, stato di attuazione dei programmi

I risultati dei primi sei mesi 2023 nel Documento Unico di Programmazione

A metà strada si fa il punto: sono passati 6 mesi da inizio anno e in Consiglio Comunale è prevista una verifica dello stato di attuazione dei programmi del 2023. Che cosa è stato fatto, cosa è rimasto indietro, come andare avanti. Ogni Assessore dovrebbe presentare la situazione del suo comparto e – in Commissione prima, in Consiglio poi – confrontarsi e valutare il da farsi.

Al Sindaco, nel fatidico Consiglio Comunale della “fiducia”, abbiamo segnalato che alla “Missione” 9 – che mette a fuoco “Servizi e presìdi sanitari” – nessuna parola c’è sull’Ospedale San Giacomo e sulla situazione di carenze, criticità e ritardi che è stata denunciata ad ogni occasione utile. Purtroppo, quello che il Sindaco ha saputo rispondere a questo proposito, è stato: modificheremo il titolo della “Missione 9” togliendo le parole “presìdi sanitari” e lasciando solo la parola “servizi”, immagino sociali e basta. E non aggiungo altro. Perchè non è risolta a Castelfranco e in tutta la destra Piave la mancanza di reparti essenziali. Le liste d’attesa chilometriche tengono continuamente banco anche sulla stampa come “emergenza persistente”. Con le famiglie che impegnano uno stipendio – si parla di 1.275€ l’anno come spesa media per i pensionati – per avere a pagamento visite ed esami altrimenti rinviati di mesi quando non di anni.

“Un paziente su due è in lista d’attesa”, titolano i giornali, “un quadro sconfortante che vede l’ULSS 2 fanalino di coda fra tutte le ULSS del Veneto”. E per quanto riguarda le liste d’attesa per i ricoveri, “brilla” – ma di luce rossa – l’ospedale di Montebelluna, con Ortopedia che nel 2022 ha recuperato soltanto il 9% degli interventi previsti. Significa che a dicembre scorso c’erano 400 persone che aspettavano ancora il loro turno perchè si fanno soltanto le urgenze. Il Direttore Generale Benazzi dà la colpa agli ortopedici che se ne sono andati, sono rimasti in 2 su 7, ma non dice chiaramente che – da quando hanno chiuso Ortopedia a Castelfranco – Montebelluna si è trovata sovraccaricata tanto da perdere i suoi medici senza riuscire a sostituirli. Così siamo gli ultimi in Veneto, con Ospedali come Oderzo, Conegliano o Vittorio Veneto che hanno recuperato all’80% le loro liste d’attesa di Ortopedia. Mentre a Montebelluna siamo al 9%. Già a novembre scorso il Consiglio Comunale si era espresso all’unanimità su questo problema per chiedere alla Regione di rivedere le decisioni, ma per Castelfranco nessuna apertura, così ci ha riferito il Sindaco. Ma dobbiamo proprio rassegnarci, signor Sindaco?

Nessun accenno poi nemmeno all’Ospedale di Comunità, grave carenza segnalata tante volte e altrettante volte annunciata come risolta: e si tratta di un servizio concretamente “territoriale”. Il decimo piano, che dal 2019 doveva offrire assistenza e supporto alle famiglie non in grado di gestire dimissioni complesse, è ancora vuoto. E il Direttore Generale dà la colpa all’impresa “inadempiente”, con una situazione – per tutta la ULSS 2 – fra le peggiori del Veneto: solo il 37% dei posti sono stati realizzati, a fronte di altre ULSS che sono alla copertura dell’80-90% dei posti in strutture intermedie per dimissioni protette.

Nella relazione di metà mandato abbiamo trovato una situazione migliore solo per quanto riguarda alcuni servizi sociali forniti a livello di Ambito Territoriale Sociale, ATS destra Piave, dove i comuni capofila sono Castelfranco o Montebelluna. C’è una lunga serie di iniziative di sostegno o prevenzione rivolte a giovani, famiglie e anziani. Tanti i progetti elencati che coinvolgono scuole, associazioni, famiglie o cooperative. Quello che sarebbe importante sapere, nel momento della verifica dello stato di attuazione dei programmi, è la ricaduta sul territorio, con i dati numerici dei soggetti coinvolti, anche per zona: Castellana, Asolano, Montebellunese e Valdobbiadenese.

Sarebbe importante sapere quanti bambini, giovani, famiglie, disabili o anziani ricevono assistenza, per capire se il servizio funziona, se cresce oppure dove cresce e dove diminuisce, per correggere o migliorare e capire se i soldi pubblici sono spesi bene. I funzionari di riferimento hanno assicurato che ci daranno risposte appena avranno il quadro completo. Sarà molto utile, perché potremo valutare – anche raffrontandola con i dati degli anni precedenti – l’efficacia delle azioni messe in campo, in un tessuto sociale che oggi risulta sempre più delicato e fragile. Soprattutto sulla fascia giovanile dove essenziale è coinvolgere e fare soprattutto prevenzione.

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