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NOI LA
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Armando Pisanello e la sua Città

Castelfranco ha perso un grande amico: meglio, un innamorato. Perché Armando Pisanello, classe 1930, per Castelfranco Veneto e per la sua storia provava un amore autentico: ma senza gelosia, perché amava condividere questa passione con gli amici e con chiunque vedesse interessato alla nostra bella Città.

L’avevo conosciuto negli anni in cui ero stata Sindaco proprio per le occasioni culturali d’incontro che celebravano la storia di Castelfranco, gli artisti, gli scienziati o gli architetti del passato. Ma la conoscenza si era approfondita quando, in seguito a una ricerca che avevo fatto per la mia tesi di laurea, gli avevo chiesto di poter esaminare la sua collezione di foto storiche.

E Armando Pisanello era stato di una disponibilità e di una generosità totali. Mi aveva aperto il suo archivio fotografico, mi aveva accolto con la moglie nella sua casa piena di ricordi e mi aveva dato la possibilità di osservare, leggere, fotografare gli oggetti o i documenti che potevano essere utili al mio lavoro. E quando la mia tesi di laurea è diventata un libro che racconta la vita di Castelfranco al tempo della Grande Guerra, le foto storiche della collezione di Armando Pisanello sono state l’elemento che ha valorizzato enormemente la mia ricerca, scandendone i vari capitoli e i tanti episodi narrati.

Con il valore aggiunto di un capitolo dedicato al Diario del dottor Giuseppe Leonardi, legato alla famiglia Pisanello, che aveva fondato la Farmacia Alla Gatta nel 1911, proprio nell’imminenza della Grande Guerra. Un racconto ricco di dettagli, di episodi singolari, di timori e di speranze, con la moglie e il figlioletto lontani per preservarli dai pericoli dei bombardamenti e delle azioni di una guerra che vedeva Castelfranco, con il suo importante scalo ferroviario, un crocevia di arrivi e di partenze di soldati, rifornimenti e armamenti.

Un tesoro che Armando Pisanello mi aveva affidato e che aveva dato più valore al mio lavoro. Una generosità di cui gli sarò sempre grata e che aggiunge spessore al ricordo di una persona amabile, accogliente, gentile. Una persona che mancherà molto, oltre che alla sua affezionata famiglia, anche agli amici abituali con cui si incontrava la mattina ai tavolini di un bar sotto i portici, a scambiare due chiacchiere: passando lo salutavo e non mancava mai un sorriso e un saluto cordiale.

Armando è andato avanti, come dicono gli Alpini, ma il ricordo delle persone così speciali non sbiadisce col tempo, perché resta, custodito con affetto e con stima, da quanti hanno potuto conoscerlo e apprezzarlo. E il mio ricordo lo preservo anche nella bellissima foto della sua collezione che è diventata la copertina del mio libro.

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