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NOI LA
CIVICA

Scuole, presente e futuro

Studenti che lasciano la scuola superiore prima del diploma: secondo il rapporto sulla dispersione scolastica relativo all’anno 2021-2022, sono stati 730 gli studenti trevigiani che hanno lasciato la scuola, con abbandoni in aumento rispetto all’anno precedente, quello più segnato dalla pandemia.

Sicuramente la situazione creata dal Covid con interruzioni, sospensioni e didattica a distanza ha creato difficoltà nuove e diverse da affrontare ma il campanello d’allarme suona fortissimo. Anche perché, ai dati sulla dispersione scolastica, si affiancano quelli del calo delle nascite che mette a rischio, in prospettiva, l’autonomia di tanti Istituti, sia Comprensivi – materne elementari e medie – che Superiori.

Castelfranco ha storicamente un polo scolastico forte, il secondo della Provincia di Treviso con i suoi otto Istituti Superiori forti di circa 6000 studenti, più i due Comprensivi che raccolgono i due bacini – est e ovest – del territorio comunale. Ma questa forza comincia ad essere a rischio se leggiamo, come accade in queste settimane, che la denatalità comincia a pesare molto anche nel nostro comune, dove gli ultimi dati sulle nascite annuali ci dicono che i nuovi nati sono più vicini al numero di 200 che ai 300 dei primi 10 anni del 2000.

Se aggiungiamo che, secondo le nuove regole, l’autonomia degli Istituti scolastici si mantiene solo se non si va sotto quota 900, contro i 600 finora previsti, allora il pericolo accorpamenti è da allarme rosso. Perché a Castelfranco, insieme agli Istituti superiori Galilei, Barsanti e Nightingale, che sono leggermente al di sotto dei 900 studenti, il pericolo accorpamento potrebbe in futuro interessare anche gli Istituti Comprensivi 1° e 2°.

Accorpare significa perdere focalizzazione e specificità, significa mettere a rischio l’intensità di cui c’è bisogno nello sguardo e nel lavoro di chi forma gli studenti di un determinato settore e dovrebbe invece fare i conti con una pluralità di indirizzi fra loro distanti. Per non parlare della scuola dell’obbligo, dalla materna alla media, l’età della formazione di base, un’età in cui c’è bisogno di attenzione, di tempo dedicato, di sensibilità. Un mondo nel quale gli insegnanti hanno bisogno di contatto stretto con il quartiere o con la frazione di riferimento, dove ogni scuola ha la sua specificità, i suoi ritmi, i suoi punti fermi. Anche questo un patrimonio da non disperdere, da non mettere a rischio, perché in certi ambiti è rimasta solo la scuola ad avere “funzione catalizzatrice” e una chiusura “per accorpamento” sarebbe una perdita grave.

La buona notizia, se vogliamo, è che ci sono cinque milioni di Euro dal PNRR (per l’esattezza 5.159.150 €) per le scuole più a rischio dispersione della nostra Provincia. I test Invalsi certificano che circa l’8% degli iscritti alla terza media mostra delle fragilità che potrebbero, nel passaggio alle Superiori, tradursi in abbandoni. Significa circa 640 studenti l’anno. L’8% non è un cattivo risultato in sé, la Provincia ha il quarto migliore risultato delle scuole d’Italia, ma si possono mettere in atto delle contromisure.

I circa 900.000 Euro che il PNRR destina agli Istituti superiori castellani, possono essere quindi una risorsa decisiva proprio nell’ordine di una svolta: perché risorse aggiuntive contro gli abbandoni e la dispersione scolastica significano progetti specifici sia in orario mattutino che pomeridiano, significano focalizzazione sull’orientamento, corsi, laboratori, attività non curricolari per far emergere attitudini e potenzialità sopite. Possono essere ricercate nuove figure professionali oltre agli psicologi che in questo periodo post-pandemia sono particolarmente necessari, può esserci il supporto di associazioni culturali o di ambito territoriale e la “scuola a porte aperte” è finalmente una possibilità concreta.

Confidiamo che anche le pubbliche amministrazioni siano sensibili e accompagnino i progetti delle scuole concedendo almeno spazi, supporto logistico, facilitazioni burocratiche. La sfida è vitale e la dobbiamo vincere.

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