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NOI LA
CIVICA

Culle, ovetti, passeggini e buone prassi

Finalmente è arrivato in Commissione Terza il nostro nuovo appello per una Città “amica dei bambini”. Per un supporto speciale alle nuove famiglie, in particolare nel momento del rientro a casa delle neo-mamme. Un nuovo servizio di Assistenza Domiciliare specializzata, per portare aiuto, rassicurazione e accudimento nel primo periodo della maternità. Non tutte le donne, infatti, possono contare su una rete familiare, “il villaggio”, che un tempo accoglieva la mamma quando tornava dall’ospedale.

Abbiamo chiesto anche la concessione gratuita di spazi pubblici per incontri di supporto e formazione destinati ai neo-genitori e un sostegno economico a Corsi destinati al benessere dei piccolissimi, oggi tenuti da specialisti del settore anche in altri Comuni.

Abbiamo chiesto di riservare per qualche anno alle giovani coppie alcuni appartamenti AEEP fra quelli previsti nella ristrutturazione finanziata dal PNRR, sul modello dei 20 appartamenti per anziani e giovani coppie realizzati in borgo Treviso. Abbiamo chiesto di dare ampio spazio alla comunicazione di iniziative rivolte alle nuove famiglie e di considerare importanti questi interventi anche in vista degli spazi del nuovo Asilo nido Comunale che Castelfranco potrà avere entro il 2026 grazie al PNRR.

Stiamo chiedendo tutto questo fin dall’inizio di mandato di questa Amministrazione e nel frattempo il tam tam sulla “glaciazione demografica” si è fatto sempre più insistente. Fra i temi che più preoccupano oggi l’opinione pubblica, infatti, insieme al caro bollette e alla mancanza di manodopera per le attività produttive, c’è la denatalità. Nel 2050 potremmo raggiungere il punto di non ritorno. E se già oggi, in Veneto, rispetto a 10 anni fa ci sono 62.000 giovani in meno – e 250.000 in meno rispetto al 2002 – si capisce bene che qualcosa bisogna fare per invertire la tendenza. Il Governo sta varando provvedimenti: l’aumento dell’assegno unico per le famiglie con 3 figli, l’IVA al 5% sui prodotti per l’infanzia, il congedo parentale più lungo per i papà, gli incentivi alle aziende che assumono neo-mamme e varie altre misure. Ma non basta.

L’Assessore ai Servizi sociali ci ha detto che abbiamo un welfare adeguato nella dimensione sociosanitaria, con servizi alla famiglia come quelli finora assicurata a livello di Distretti. Si tratta però di servizi legati alle fragilità, alla disabilità, alle situazioni di rischio, e guai se non ci fossero.

Ma quello che si chiede è qualcosa in più: un segnale di attenzione alle famiglie “neonate”, il valore aggiunto che porta una figura professionale specializzata, una figura che fornisce supporto emotivo e formativo durante la gravidanza e un aiuto pratico dopo la nascita. Preparare la cena, tenere il piccolo o la piccola mentre la mamma fa la doccia, aiutare nell’allattamento o nella gestione del sonno. Si tratta di servizi a domanda individuale che sono ormai consolidati rispetto agli anziani o alla disabilità, ma che non esistono per la sfera dei piccolissimi e delle loro mamme.

Negli ultimi tempi gli esempi di iniziative dal basso si sono moltiplicati: a Silea, a Povegliano, a Spresiano, a Treviso, a Villorba. Sindache e Sindaci che si sono attivati con messaggi positivi, con iniziative di accoglienza e di sostegno alle nuove mamme e alle nuove famiglie. E i comuni che oggi si stanno attivando forse avranno in futuro meno timore di perdere classi e scuole: perché i primi segnali di allarme ci sono. Perché nella nostra Provincia – già nel prossimo anno scolastico – ci saranno 289 alunni in meno alle elementari e 12 classi prime non partiranno più. In Commissione la maggioranza ci ha detto che la nostra proposta è una goccia nel mare. Ma il mare è fatto di tante gocce: e il nostro territorio, il Veneto, ha nel suo DNA, una lunga storia di iniziative che partono dal basso, da un tessuto sociale rapido nel cogliere e recepire i nuovi bisogni e altrettanto rapido nel rispondere. Poi, subentrano le Istituzioni, come è successo in tanti casi, come quando siamo passati dalla Cassa Mutua al Servizio Sanitario Nazionale. Partendo dalle buone prassi. (Foto dal Sole 24h)

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