“Il Comune di Castelfranco Veneto, per il ruolo assegnato alla Città dalle previsioni del vigente Piano Territoriale Regionale di Coordinamento – “Polo urbano di terzo livello” – ed in funzione della sua collocazione geografica baricentrica nel territorio regionale Veneto a cui convergono reti infrastrutturali viarie, stradali e ferroviarie (…) e con la previsione nel territorio comunale del polo scambiatore gomma-rotaia, necessita di un dimensionamento complessivo che consideri la Città sul più vasto ambito territoriale.” (…)
Così si esprimeva la Regione Veneto quando dava la sua approvazione al PRG di Castelfranco. Una Città baricentrica, attrattiva, destinata ad uno sviluppo importante grazie anche alle nuove infrastrutture ferroviarie e viarie previste dalla Regione: SFMR, Pedemontana e Statale del Santo in primis. E Castelfranco in quegli anni aveva fatto i “compiti per casa”: eliminazione di 7 passaggi al livello, spostamento scalo merci, programmazione del nuovo Terminal bus e nuovo Park FS Sud, completamento della Statale del Santo, previsione di due bretelle verso la Pedemontana Veneta. Pronta per giocare il suo ruolo in quest’area centrale del Veneto.
Forse anche questo il motivo per cui il Lions club di Castelfranco e il Rotary Castelfranco-Asolo hanno organizzato proprio a Castelfranco un importante appuntamento che ha coinvolto Comune e Provincia, Categorie economiche, Imprese e Università. Per interrogarsi sull’attualità di una visione che più di 30 anni fa prendeva forma grazie anche al Professor Paolo Costa, principale relatore, docente di economia a Venezia e poi Ministro ma, negli anni ’90, anche Sindaco del capoluogo della nostra Regione. Sua una interessante ricerca su “Venezia Civitas Metropolitana 2021”, in un ragionamento puntuale che coinvolge le quattro Città del potenziale quadrilatero di area metropolitana compreso fra Venezia, Padova, Treviso e Castelfranco.
Quali le riflessioni e le conclusioni di questa tavola rotonda? Che le Associazioni di Categoria ci sono, le imprese ci sono e l’Università c’è. Pronti a sostenere convintamente questo progetto strategico, perchè potrebbe essere la chiave giusta per un Veneto protagonista dello sviluppo del Paese. Perché questo “aggregato” può diventare il motore di un “organismo” capace di parlare col mondo.
Che cosa manca? Apparentemente la politica, perché il Presidente della Provincia – nonché Sindaco di Castelfranco – si domandava se questo “disegno” è ancora attuale, se il SFMR non sia troppo costoso, se non sia meglio investire sulle infrastrutture immateriali, se sia possibile riconsiderare Venezia in quest’area metropolitana.
Così, come nella migliore tradizione del modo di regolazione Veneto, quando le Istituzioni della politica non ci sono, la soluzione può partire dal basso con una alleanza del territorio: categorie economiche, imprese, scuola e Università unite, ciascuna con il proprio contributo al progetto. Da cosa nasce cosa, potrebbe succedere anche dopo una mattinata di riflessioni in un contesto come questo. In Teatro Accademico: un luogo di studio dove, già nel ‘700, si confrontavano idee e pensieri di chi voleva guardare avanti.