Ci siamo trovati in un Consiglio convocato in piena estate per mettere un’altra pezza a una crisi iniziata un anno fa con tre Consiglieri di maggioranza passati nel gruppo misto. Poi continuata con le dimissioni del Sindaco Marcon e, a seguire, di due Assessori. Poi la sua decisione di ritirare le dimissioni, il passaggio di due suoi Consiglieri al ruolo di Assessori per “tappare i buchi” dopo averne ottenuto la fiducia in Consiglio. E infine un altro Consigliere che lascia la compagnia. Con motivazioni molto chiare. Ora la necessità di riempire in fretta e furia le caselle rimaste vuote e quindi un nuovo giro di giostra con “campagna acquisti” per avere un sì dai non eletti.
Con il risultato di avere comunque sempre e solo 12 voti sicuri su 24, più il suo. Con tre nuovi Assessori che dovranno imparare in fretta se vogliono dare risposte alle tante esigenze di una Città di oltre 30.000 abitanti, che continua a perdere treni in senso sia metaforico che reale, vedi il Frecciarossa mancato.
Ci chiediamo se questa sia una situazione che può garantire al governo della Città quella stabilità che è indispensabile per essere interlocutori autorevoli ed affidabili nei diversi contesti istituzionali con cui un Comune importante come il nostro si deve confrontare.
Ci chiediamo se il sindaco non abbia commesso due errori: il primo dando le di missioni e il secondo ritirandole: perché da due mesi assistiamo a un aggravamento della crisi cominciata a giugno, continuata in luglio e protratta in agosto. Con una girandola di dimissioni e sostituzioni fortunose che poco hanno a che fare con il buon governo. Il Sindaco dice di essere a posto con la sua coscienza. Con la sua forse, ma siamo in tanti ad avere dubbi che sia tutto a posto. Le persone non sono pedine che si possono spostare come in una scacchiera, alla fine valgono le competenze, l’esperienza, le attitudini, (una Amministrazione deve prendere decisioni ponderate e consapevoli), e le girandole frettolose di nomi, dove sembra che la linea guida sia “uno vale l’altro”, non può funzionare.
E oltre alla girandola di nomi, assistiamo anche alla girandola delle deleghe, dove cambiano di nuovo gli Assessori di riferimento per i cittadini, le associazioni, i professionisti. Cambiano gli Assessori all’Ambiente, allo Sport, alle politiche giovanili, alle Associazioni, alla Scuola, ai Lavori Pubblici, al Volontariato… e poi cambieranno anche i Presidenti delle Commissioni: due sono passati Assessori, altro rimpasto? Con che tempi?
Per Castelfranco c’è davvero da augurarsi che questo nuovo corso chiuda subito e si torni a dare la parola ai cittadini. Abbiamo bisogno di una Amministrazione solida e responsabile per affrontare tutte le sfide che ci aspettano, a partire dai progetti PNRR da mandare avanti. Un esempio è il nuovo asilo nido che speriamo sia rimasto fra quelli finanziati. E ricordo al Sindaco – che si lamenta della scarsa collaborazione delle minoranze – che il Nido è anche un’opera che ha raccolto il voto unanime del Consiglio, maggioranza e minoranze.
Gli ricordo infine che il Consiglio si è potuto tenere solo grazie al numero legale garantito dalle minoranze perché di Consiglieri di maggioranza gliene erano rimasti solo 9. Quindi ha poco da vantarsi di aver risolto la crisi a differenza di 13 anni fa, quando un altro Sindaco aveva dato le dimissioni: perché dopo quelle dimissioni la nuova maggioranza di Vivere Castelfranco aveva garantito 10 anni di stabilità, portando Castelfranco al top in Veneto e in Italia per qualità della vita. Mentre la crisi che lui ha provocato non è risolta, la stabilità non c’è e lui lo sa benissimo. E se continuerà con le sue narrazioni, lanciando come fa sempre la palla sul campo avversario, rischierà l’autogol che ha schivato con due mesi di giravolte che non fanno onore né a lui né alla nostra Città.