Si stanno festeggiando in questi giorni i 25 anni del Centro intitolato a don Ernesto Bordignon, un luogo di aggregazione inaugurato nel 1997, creato in un’area centrale del Quartiere Valsugana, nato da una intuizione di monsignor Lino Cusinato, parroco del Duomo dal 1987 al 2010.
Don Lino, da poco arrivato a Castelfranco, prendeva atto della presenza di un nuovo quartiere molto popoloso della sua parrocchia, a nord ovest del centro cittadino, oltre 3000 abitanti, fitto di residenza ma privo di servizi. Il rischio che diventasse un quartiere dormitorio c’era, e quindi aveva preso corpo l’idea di creare un centro di aggregazione, un luogo importante non solo per attività parrocchiali ma aperto a tutti. Nasceva così – su terreno acquistato dal Comune – la grande “casa” del Quartiere Valsugana, realizzata grazie alla dismissione del vecchio Orfanotrofio del benemerito don Ernesto Bordignon. E qui si rivelava importante anche la sinergia fra due Istituzioni, Comune e Parrocchie, che spesso – nella storia di Castelfranco – hanno coltivato interazione e collaborazione.
La “casa” era stata dotata di una sala ampia, utile per incontri anche culturali e di interesse generale, oltre che per le celebrazioni religiose, e poi sale di diverse dimensioni per attività diverse, ludiche, ricreative, aggregative e ancora un bar e all’esterno una tribuna per raduni all’aperto, spazi di giardino e campi da gioco. Un progetto dell’ingegner Paolo Pellizzari, elaborato con il coinvolgimento della parrocchia e dei residenti che si erano costituiti in associazione. E il contributo al buon funzionamento del Centro continua oramai da un quarto di secolo grazie alla disponibilità di presenza e di servizio di tanti volontari – il compianto maestro Gianni Caner fra i primi – e di una piccola ma vivace comunità di religiose, le Discepole del Vangelo.
Una intuizione, quella di don Lino Cusinato, che aveva espresso una visione aperta e concreta, che guardava allo sviluppo armonico di una città e che si impegnava a offrire opportunità di crescita anche sul piano sociale e culturale e migliore qualità della vita. Una visione nella quale era stato coinvolto il Comune che aveva accompagnato lo studio e la progettazione condividendo gli obiettivi di valenza sociale del centro.
Una intuizione paradigmatica come quella che aveva mosso Monsignor Mario Leonardi, parroco del Duomo degli anni ’60-’80, a volere fortemente la costruzione del Palazzetto dello Sport su una vasta area di proprietà della parrocchia, appena a ovest del centro storico, ideata come centro sportivo ma anche aggregativo. Ed era stata anche quella una visione aperta sul futuro, che aveva coinvolto il Comune in un partenariato complesso ma fruttuoso, con anni intensi di attività sportive premiate da successi importanti come quelli della Polisportiva Basket degli anni ’70-’80 o della Pallavolo Giorgione che è ancora in campo.
“Dal parroco mio predecessore, monsignor Mario Leonardi, avevo raccolto un’idea importante: extra moenia!, uscire dalle mura del Castello dove il Duomo è sito. Perché la città e la parrocchia si estendevano fuori, e oltre il centro c’erano i quartieri.” Così ricorda quei passaggi don Lino, nell’opuscolo pubblicato per il venticinquesimo.
Ci sono momenti nei quali le “sinergie” fra le diverse realtà istituzionali presenti in un territorio possono dare spazio a progetti “visionari” e aprire a opportunità di crescita e sviluppo positivo e armonico. Sono momenti importanti che è giusto celebrare per continuare a guardare avanti, ben saldi sulle radici e attenti ai frutti positivi che premiano le scelte intelligenti e condivise.