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NOI LA
CIVICA

R-impasto

Dalle notizie di stampa sembra che a palazzo tutto – o quasi – si sia risolto. Il Sindaco Marcon è riuscito a convincere Agostino Battaglia, ex segretario generale anche del nostro Comune, ad accettare il ruolo di Assessore. Ma non di Assessore ai Lavori pubblici, al posto del dimissionario Filippetto, o di Assessore ai Servizi Sociali, delega vacante fin dal febbraio scorso. A Battaglia sono state attribuite invece le deleghe all’Urbanistica e all’Edilizia privata, finora di Franco Pivotti, e quelle alle Società Partecipate e al Patrimonio, finora di Filippetto e di Stefania Guidolin.  Un tourbillon di materie che cambiano referenti e responsabili politici, con una serie di spostamenti di cui è difficile capire le motivazioni e la logica.

Dalle parole del nuovo Assessore lette sulla stampa, non sembra comunque che con questa operazione la burrasca sia proprio rientrata perché le espressioni usate fanno trasparire problemi tuttora irrisolti, con fratture impegnative da sanare.  Certe tensioni non si ricompongono così facilmente.

Preoccupa tra l’altro che la delega ai Lavori pubblici non abbia trovato un adeguato sostituto e che sia il Sindaco a dover farsene carico. Non sappiamo davvero come Stefano Marcon potrà seguire questo settore –  oggi così strategico e delicato – dato il doppio ruolo in Comune e in Provincia. Ci sono tante opere da seguire e da sbloccare, molte in lista d’attesa da anni, il terminal bus per primo. Ci sono progetti finanziati con i fondi PNRR da contenere nei tempi. Abbiamo visto purtroppo quanto poco spazio il Sindaco sia riuscito a ritagliarsi per il referato ai Servizi Sociali e Salute in questi lunghi mesi di supplenza, e i Lavori pubblici non sono meno esigenti in quanto a tempo ed energie. 

E’ anche difficile capire il senso di un rimpasto con tanti cambiamenti di referente per tante materie. Un rimescolamento che creerà problemi sia a livello di struttura, con rappresentanti politici che dovranno affrontare problematiche per loro nuove e rapportarsi con nuove figure tecniche. E non sarà semplice neppure per i cittadini cambiare le figure di riferimento rispetto ai loro problemi. Ci vorrà un bel po’ per orientarsi, non è un giro di valzer.

E un “rimpasto” deve avere dei buoni ingredienti e le giuste dosi di componenti e di tempi di lavorazione. Non sappiamo davvero se stavolta la maggioranza ha trovato la quadra, certo che si dovrà capire velocemente se si è imboccata la strada giusta per Castelfranco o se è meglio tornare – come pensiamo – definitivamente alla casella di partenza.

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