Cosa abbiamo capito sul futuro del San Giacomo…
Abbiamo saputo dal dottor Benazzi, presente in Consiglio Comunale il 18 dicembre scorso, che si stanno facendo investimenti per il miglioramento della struttura del San Giacomo e per l’aggiornamento delle apparecchiature mediche. Ci ha mostrato i dati delle liste d’attesa, che sono confortanti per quanto riguarda le visite o esami da erogare entro i 30 giorni, mentre non lo sono affatto per circa 10.000 prestazioni sospese sulle 35.000 previste a 90 giorni. In “galleggiamento”, dicono… Non è una bella situazione per chi sta aspettando da più di 3 mesi, la prevenzione in questo modo salta.
Poi ha detto al Consiglio che la Regione sta investendo nelle “Case di Comunità” finanziate con il PNRR. Si tratta praticamente di creare ambulatori più grandi di quelli che già si sono costituiti con le aggregazioni fatte negli scorsi anni dai nostri Medici di famiglia, ma aperti 7 giorni su 7. Si spenderanno quasi 3 milioni di Euro per la ristrutturazione dell’edificio ex SERD, servizio per le tossicodipendenze vicino alla vecchia entrata dell’ospedale. Speriamo che siano soldi spesi bene e che, dopo averlo attrezzato, trovino anche i medici e gli infermieri necessari per aprirlo e farlo funzionare. E vorremmo capire se i nostri medici di base dovranno avere il dono dell’ubiquità.
Abbiamo saputo poi che l’ULSS sta investendo fondi PNRR anche per attivare l’Ospedale di Comunità, 30 posti letto che aspettiamo almeno dal 2019, necessari per assistere le persone fragili che – dopo le dimissioni dall’Ospedale San Giacomo – non avrebbero la possibilità di essere assistite adeguatamente in famiglia. La lunga attesa forse è finita grazie anche ai fondi PNRR, però la destinazione non sarà più il 10° piano dell’Ospedale: o meglio, il 10° piano sarà occupato solo provvisoriamente perché, appena completato anche l’11° piano – che non era inizialmente previsto – al 10° si insedierà la Chirurgia dello IOV e all’11° andrà l’Ospedale di Comunità. Speriamo che si trovino i medici e gli infermieri necessari anche per questo vitale servizio troppo a lungo atteso. Lungodegenza è al minimo e non ce la fa.
Abbiamo saputo anche che il 19 dicembre sarebbe stata posata la prima pietra della Radioterapia che, è giusto ricordarlo, era nelle Schede della Sanità Regionale fin dal lontano 2002. Meglio tardi che mai. Adesso però speriamo che alla prima pietra seguano la seconda e anche la terza, perché siamo saturi di promesse non mantenute.
Per la grande occasione si è scomodata la politica, con Zaia e Lanzarin presenti e contenti: la politica però è stata la grande assente del Consiglio della sera prima. Perché, con apprezzamento generale, c’erano i Direttori Generali di IOV e ULSS ma a decidere gli investimenti non sono loro. I DG eseguono – si spera sempre bene – quanto i politici dispongono con le loro Delibere.
Allora – alla fine – dobbiamo chiedere la convocazione di un nuovo Consiglio dove siano presenti i politici. Perché sono loro a doversi assumere le responsabilità, davanti ai rappresentanti dei cittadini, e dire chiaramente e definitivamente quale futuro ha l’Ospedale San Giacomo, quali reparti restano, quali servizi restano, se pensano di restituire o di continuare a togliere ossigeno al Servizio Sanitario Nazionale presente nel San Giacomo. Perché non si può celebrare una figura come quella di Tina Anselmi, Ministro della Sanità fautore del Servizio Sanitario Nazionale e poi, proprio nella sua Città, smentirsi con scelte che lo mortificano perché mancano reparti vitali come Ortopedia e altri – come Pediatria o Punto Nascite – rischiano grosso.
Un anno fa abbiamo mandato in Regione un documento con tutte le nostre richieste, votato all’unanimità dal Consiglio Comunale: dopo un anno di attesa vogliamo risposte chiare e certe, per rispetto, perché siamo Cittadini e non possiamo essere trattati come sudditi.