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NOI LA
CIVICA

La Salute sotto l’albero

Il Bilancio 2023-2025, con il Documento Unico di Programmazione, è stato portato in Consiglio Comunale.

Anno nuovo, documento nuovo, si pensa: ma non è così. A proposito di Sanità ci sono sempre le solite 3 righe: “Andrà garantita la presenza dei servizi di base e andranno ancora percorse le migliori opportunità di insediamento di specialità di caratura più ampia, sia all’interno della riorganizzazione ULSS che sul piano regionale.” Che vuol dire tutto e niente.

Perché fra i servizi di base ne manca uno dichiarato in tutti i famosi “annunci” di cui la nostra Regione e la nostra ULSS sono prodighe. Un servizio previsto fin dal 2019 ma che è sparito dai radar. Parliamo dell’Ospedale di Comunità, una struttura per le dimissioni protette di chi non può più restare nei reparti “per acuti” ma non può rientrare subito a casa in quanto bisognoso di un “accompagnamento” e di un accudimento specifico e specializzato. Un “quasi-ospedale” che è previsto con 30 posti a Castelfranco e che stanno intanto organizzando a Valdobbiadene, nella sede del vecchio ospedale Guicciardini.

Va detto che la lungodegenza a Castelfranco non c’è più, cancellata, e quindi c’è un vuoto che scarica sulle famiglie situazioni insostenibili. Lo vogliamo completare questo decimo piano del monoblocco dove – sulla carta – si dovrebbe insediare l’Ospedale di Comunità? In caso contrario, qualora la Regione avesse deciso che questa struttura intermedia non si fa più, lo dichiari con trasparenza. Se hanno cambiato idea, ci restituiscano la lungodegenza che un minimo di supporto – in casi di dimissioni problematiche – lo dà.

Nel precedente Consiglio, a proposito dei servizi ospedalieri, lo avevamo anche chiesto con una mozione, maggioranza e opposizione insieme: cara Regione, in quanto a servizi di assistenza e cura siamo in grande difficoltà in questa area centrale del tuo territorio. Adesso non si porta via più niente, si restituisce!

Il Direttore Generale della nostra ULSS 2 appare ottimista: dichiara sulla stampa che “nel 2023 si resterà ancora in trincea ma che nel 2024 le cose cominceranno a cambiare”. E aggiunge nuove previsioni: la costruzione di un nuovo Campus universitario da iniziare nel 2023 e completare in due anni e poi l’apertura, entro il 2026, di 17 nuove Case della Comunità, cioè dei nuovi poliambulatori dove opererebbero i medici di base insieme a specialisti di vario tipo: praticamente una nuova versione allargata degli ambulatori già esistenti.

Per carità, possiamo anche accettare nuove promesse e regali sotto l’albero, visto il periodo, ma per noi viene prima chi è costretto a disagi e sofferenze, prima le famiglie che troppo spesso si caricano sulle spalle “la sanità più bella del mondo”. La luce di questi giorni dovrebbe illuminare soprattutto loro… per non lasciare indietro nessuno, come troppo spesso, a vuoto, sentiamo dire.  

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