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NOI LA
CIVICA

Opere pubbliche vicine e lontane

“Il Comune, una organizzazione a servizio dei cittadini e delle imprese” ma anche “Castelfranco, una città sostenibile e di qualità”: questi i capitoli che annunciano l’indirizzo dell’azione amministrativa e in questo quadro inseriamo un settore cruciale come quello dei Lavori pubblici. Perché le opere pubbliche che un Comune programma, indicano la direzione che sta prendendo, le scelte che considera prioritarie e lo sviluppo che sta impostando.

Purtroppo pesa, nel passaggio dalle parole ai fatti, la carenza cronica di personale che allunga i tempi di qualsiasi risposta, anche se finalmente – nel capitolo “personale” – l’intenzione di adeguare la struttura alle esigenze di un comune di oltre 30.000 abitanti adesso c’è.

Ritroviamo infatti nei diversi capitoli delle opere pubbliche tanti copia-incolla, un trascinamento che sposta di anno in anno gli obiettivi non raggiunti. Ritroviamo la pista ciclabile viale Italia-via Ospedale, il terminal bus, la ciclabile di via Carpani, la ciclabile di via Larga legata al sottopasso del SFMR, il camminamento in quota sul lato est delle Mura, al quale manca comunque la connessione con la Torre Civica. E potremmo continuare con i lavori sulle scuole e con le opere legate al PNRR come la casa degli Strepiti, cioè casa Rebellato, o il nuovo asilo nido, che godono di un finanziamento importante ma che hanno un “orizzonte” obbligato, quello del 2026.

Confidiamo che con l’arrivo dei “rinforzi” si possa camminare più spediti ma c’è una voce che forse il nostro DUP doveva almeno accennare perché c’è un’opera pubblica incompiuta – sovracomunale – che interessa anche il nostro territorio ma viene annunciata ai quattro venti come “completata”. Parliamo della SPV, la Pedemontana Veneta. Il presidente Zaia ha infatti dichiarato trionfalmente alla stampa che nella tratta trevigiana “l’opera è conclusa, mancano solo delle pratiche da completare”.

E invece no, caro Presidente. L’opera non è affatto conclusa perché mancano vistosamente le opere complementari che “servono a rendere meno traumatico lo scarico del traffico della Pedemontana sulla rete locale. Un impatto ancora tutto da valutare, ma che preoccupa residenti e amministratori di diversi Comuni trevigiani.” Così leggiamo anche sulla stampa.

Una preoccupazione che come Gruppo Consigliare abbiamo manifestato innumerevoli volte anche in Consiglio Comunale, preoccupazione condivisa talvolta anche dalla maggioranza, oltre che dalle categorie economiche, ma che non ha avuto il minimo riscontro in Regione. Il prolungamento della 308, dall’intersezione della circonvallazione con la statale del Santo fino al casello di Loria è indispensabile per evitare il passaggio dei tir per Villarazzo, Godego e Ramon. Questa strada incrocia scuole materne, elementari, medie e superiori e non può fare da bretella alla SPV. Ma per questa bretella non c’è un Euro, neanche con i finanziamenti PNRR.

Come non c’è un Euro per l’altra bretella, quella prevista fra Vedelago e Castelfranco, che dovrebbe servire anche le zone industriali dei due comuni collegandole con la Pedemontana. Nemmeno un Euro neanche lì, e il traffico si scarica su san Floriano, Salvarosa e Fanzolo come sull’incrocio di via san Pio X e su Vallà di Riese. In foto, uno dei nostri punti di “innesto” sulla Pedemontana.

Ebbene, noi crediamo che un documento di programmazione – come quello votato in Consiglio insieme al piano triennale – dovrebbe segnalare anche la necessità di realizzare le opere pubbliche sovracomunali dalle quali dipendono molto la sicurezza e la qualità della vita di Castelfranco e di quest’area del Veneto Centrale. Perché se ancora non rientrano nei programmi del Presidente Zaia, è necessario ricordargliele anche attraverso i documenti ufficiali della nostra programmazione comunale. 

La Pedemontana Veneta non è conclusa, bisogna dire le cose come stanno, con trasparenza: lo sarà soltanto quando saranno state realizzate tutte le opere pubbliche complementari all’asse principale. Fino a quel momento la SPV sarà la seconda grande incompiuta del Veneto dopo la prima che è la Metropolitana di Superficie. Per noi, un’eredità pesante dei 15 anni di Giunta Zaia.

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