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NOI LA
CIVICA

Le ZIE del Piano Regolatore

Quando si parla di urbanistica, le ZIE non sono quelle care persone di famiglia innamorate dei loro nipoti ma sono le Zone Industriali di Espansione.

Recentemente le ZIE sono tornate di prepotenza in Consiglio Comunale, quando si è scoperto che – con la variante al Piano delle alienazioni – la maggioranza intende vendere un altro pezzo di terreno di proprietà del Comune in via Lovara, a nord dell’ex Istituto Agrario. Un’area che conserva ancora in parte le caratteristiche di quel “cuscinetto” che nel Piano Regolatore del 2004 era stato indicato come “Schema Direttore del Nodo Ferroviario”, e che la Regione affidava all’Amministrazione Comunale con “il compito di cogliere le vocazioni allo sviluppo, data la presenza di un esteso sistema ferroviario che, integrandosi con quello stradale, attribuisce grandi potenzialità al polo castellano”.  

Un’area che, essendo di proprietà pubblica, poteva essere gestita ottimizzando le funzioni previste, con il valore aggiunto della vocazione espressa nel passato dalla presenza dell’Istituto Agrario. Tanto che la Regione indicava espressamente, tra le funzioni, “i servizi di impresa interessanti per la confinante zona industriale” e le “strumentazioni di supporto che caratterizzano solitamente un parco scientifico e tecnologico”. Servizi di impresa, quindi, non nuova Zona Industriale.

Perché non basta dire che qui ci sono le api o gli orti e quindi non si tocca. Bisogna dire che è stata effettuata una variante urbanistica impattante e portata avanti benchè all’epoca molto contestata.

Perché l’amministrazione a maggioranza leghista – nel 2016 – aveva pensato bene (!) di trasformare una vasta porzione di quella “zona cuscinetto” in una ZIE, un’area industriale in tutto e per tutto, e di autorizzare un grande insediamento produttivo. Una importante realtà che, se indirizzata alla nuova Zona Industriale di Espansione prevista dal Piano Regolatore, avrebbe potuto ampliarsi tranquillamente. Oltre che essere un attrattore di altre attività imprenditoriali, creare le condizioni per migliorare l’accessibilità sulla SR 53 e dare l’incipit a uno sviluppo di nuove attività e opportunità di lavoro per i giovani della Castellana. 

Invece no: pochi maledetti e subito. Il Comune aveva venduto il terreno di proprietà pubblica, sicuramente più facile che avviare la nuova zona industriale, e adesso vuole alienare altri 25.000 metri quadri dell’ex Agrario per permettere all’azienda di fare un magazzino. In un’area dove oggi insistono attività legate all’apicoltura, gli orti civici e le sedi di varie associazioni.  Ma se andiamo avanti di questo passo quanto continueremo ad ingolfare quella zona delicata, limitrofa al quartiere della Scoa, prossima a un passaggio a livello che chissà mai quando sarà sostituito da un sottopasso o da un sovrappasso?

Per questo abbiamo votato contro la delibera di alienazione. Basta. Non si può togliere respiro in un ambito nel quale il verde è assolutamente necessario e in un’area in cui il Comune può ancora  governare lo sviluppo: perché il Comune è il proprietario e può esprimere responsabilmente la migliore progettualità. Aspettiamo fiduciosi un ripensamento.

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