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NOI LA
CIVICA

No tagli alla Cultura

Dal 10 novembre è stato un continuo tam tam su un tema, la Cultura, che è stato rilevante durante tutta la pandemia per le ricadute sul piano economico ma che, evidentemente, non scalda i cuori alla Giunta Regionale. Siamo ancora in emergenza pandemia, servono risorse supplementari che vengono chieste anche al Governo centrale, ma la prima misura che la Regione mette sul tavolo in fase di presentazione del bilancio di previsione 2022 è un taglio del 35% nel settore Cultura. Dai 17 milioni del 2021 ai 10 milioni scarsi del 2022.

Che la Cultura sia ormai una Cenerentola non è una novità: la Regione Veneto è stata negli ultimi quattro anni la penultima in Italia per stanziamenti in Cultura. Solo la Liguria spende meno di noi: 3,44 Euro pro capite l’anno contro i nostri 3,50. Mentre, lasciando da parte le centinaia di Euro pro capite del Trentino Alto Adige, della Valle d’Aosta o del Friuli Venezia Giulia, la media nazionale di stanziamenti per la Cultura oscilla tra i 20 e i 30 Euro pro capite l’anno.  

Scrive sul Corriere del Veneto Maria Cristina Gribaudi, Advisor per la Cultura di Confindustria Veneto Centro: “Una significativa parte della nostra economia beneficia del volano della cultura e da questa viene stimolata, a cominciare dall’incoming turistico ma non solo. Dal mobile alla moda, larga parte della capacità del made in Italy di competere nel mondo sarebbe impensabile senza il legame con il design, con le industrie culturali e creative. (…) Territori culturalmente stimolanti tendono ad attrarre maggiormente i talenti… e ad avere di conseguenza ricadute dirette a livello economico, attivando così un circolo virtuoso… Il disinvestimento in cultura provoca pertanto un significativo disinvestimento sulla competitività dell’intero sistema veneto…”.

Sono considerazioni importanti che hanno contribuito, insieme ad una levata di scudi generale di personalità del mondo dello spettacolo e dell’arte, di sindacati, fondazioni e Consiglieri regionali sia di maggioranza che di opposizione, a portare lo stanziamento da 10 a 14 milioni di Euro.

Per un territorio come il nostro, che per ricchezza di beni culturali viene considerato un “Museo diffuso” e che, per talenti espressi nel teatro, nella musica e nell’arte in senso lato, continua ad essere un ricchissimo “vivaio” confermato da riconoscimenti e premi anche recenti nel mondo della musica e del teatro, l’attenzione alla Cultura è vitale ne senso pieno del termine.

Investire in Cultura significa investire in qualità della vita. Non è stato ininfluente l’impegno di Castelfranco in questo settore, se nel 2010 eravamo in testa in Italia per qualità della vita. Altre Città del nostro territorio dimostrano di crederci: Cittadella è stata riconosciuta Città Veneta della Cultura 2020, Asolo si appresta a candidarsi Capitale italiana della Cultura nel 2024.

E’ importante che anche la Regione ci sia, che sia al fianco di chi crede nella forza della Cultura, di chi nel territorio dimostra impegno, capacità, iniziativa: perché anche questo può aiutare tutti a scrollarsi di dosso il peso di questi due anni difficili e a ripartire con fiducia. Perché anche in Veneto si può.  

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