La vera novità del triennale Lavori Pubblici è stato l’annuncio della decisione di ristrutturare la piscina attuale con una previsione di spesa complessiva di 3 milioni di Euro. Un’operazione che nasce con la collaborazione dell’AEEP che ha sostenuto la creazione di una nuova società ad hoc per accedere a fondi pubblici e a bandi regionali o sportivi. L’intervento di riqualificazione prevede una progressione per stralci funzionali e noi la riteniamo sostanzialmente una buona notizia.
Mantenere l’impianto natatorio dove si trova, portando avanti contemporaneamente un progetto complessivo di riqualificazione per tutta la zona sportiva che va dal Palasport al Muson dei Sassi, porterebbe a un valore aggiunto non da poco. Si tratta di un polmone che può dare respiro e qualità della vita alla Città, una grande area benessere come in tante città medio-grandi d’Europa e del mondo. La parrocchia del Duomo, proprietaria di una parte significativa dell’ambito, potrebbe essere positivamente coinvolta. (In foto, l’area della pista di Atletica, a ovest della piscina)
C’è un unico neo: la dichiarazione del Sindaco di non voler rinunciare al progetto del nuovo impianto natatorio previsto sul Parco dei Marinai d’Italia. E’ chiaro a tutti che il progetto nel cassetto del Sindaco è costato 300.000 Euro e che l’Amministrazione rischia, dicendo che non se ne fa più niente. Ma, anziché volerlo pervicacemente calare sul parco, si potrebbe tenerlo in stand by, in attesa di finanziamenti straordinari – 13 o 14 milioni di Euro – prevedendone la realizzazione in un’area alternativa, sempre di proprietà pubblica, ma più adeguata per viabilità e logistica.
La possibilità c’è e il nostro gruppo ha raccolto oltre mille firme su due proposte presentate perché sarebbero soluzioni di buon senso. Una prevederebbe l’impianto nella zona dei magazzini comunali, confinante col grande parcheggio dell’ex foro boario a sud della caserma dei Carabinieri. L’altra ipotesi è quella dell’area di via Germania con affaccio su viale Europa, destinata a servizi pubblici sportivi dal PRG. Era tra l’altro prevista proprio per la nuova piscina che dal 2010 la Lega non aveva più portato avanti.
Ma ci sarebbe una terza possibile opzione: la Cittadella dello Sport. Un “sogno” citato in modo molto critico dall’assessore Pavin in Consiglio Comunale e sul quale non avevo potuto replicare perché ero a casa ammalata. Poi, quando avevo chiesto di fare – sul tema piscina – una comunicazione in Consiglio, mi è stato chiuso il microfono dal presidente del Consiglio dopo 6 minuti, quando ne avevo a disposizione 10. Provo allora a concludere qui il ragionamento.
Nel 2004 – con il nuovo PRG – si configurava la possibilità di creare, accanto alla grande rotatoria di “Nani Ferro”, un importante impianto sportivo di valenza sovracomunale, la nostra Ghirada, per così dire. Un grande Centro Sportivo multidisciplinare in un’area strategica, ben connessa alle nuove direttrici della viabilità regionale, con specialità che avrebbero potuto creare attrazione e grande interesse su un raggio di oltre 30 chilometri. (Quello che Castelfranco ha fatto storicamente con il polo scolastico castellano che attrae studenti da 4 province del Veneto centrale.)
Progetto che era stato valutato e apprezzato a livello sovracomunale da colleghi Sindaci del padovano e del veneziano, dai Comuni dell’Intesa Programmatica d’Area della Castellana, (ricostituita dalla scorsa settimana abbiamo saputo dai giornali) e anche dalla Regione Veneto stessa, che stava avviando a Castelfranco i lavori della Metropolitana di Superficie e della Nuova Statale del Santo. Il Comune aveva in proprietà una parte dell’area, circa un quinto di tutto il compendio. Tutti avventati? Sprovveduti?
La Cittadella dello Sport non è stata realizzata, il sogno è rimasto tale, ma la destinazione a servizi di quell’area sta a significare che sognare è ancora possibile. I grandi impianti sportivi, qualora ci fosse un interesse concreto del mondo dello sport, qualora ci fossero finanziamenti importanti da intercettare e partner anche pubblici da coinvolgere, potrebbero trovare una sede a Castelfranco. Un’operazione simile alla Cittadella della Musica, un “sogno” del 2004 che, passo dopo passo, sta arrivando a compimento. Sognare si può, qualche volta si deve.