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NOI LA
CIVICA

Tribunale, una questione molto delicata

Che Bassano possa apprezzare fortemente l’idea di riportare in vita il Tribunale su cui aveva investito nei primi anni 2000 oltre 10 milioni di Euro – per poi vederselo chiudere nel 2012 – è ampiamente comprensibile. Anche perché, se aveva fatto questo investimento, evidentemente il bacino di utenza era tale da giustificarlo pienamente. Così come era ampiamente giustificato – dalla mole di cause trattate e dalla densità delle imprese – l’investimento di Castelfranco per la nuova sede staccata del Tribunale di Treviso in sostituzione della vecchia Pretura. Anche Castelfranco purtroppo chiusa dopo due anni dall’inaugurazione, “grazie” ai tristemente famosi tagli lineari avviati dal Ministro Tremonti.

Ma che la bontà della riattivazione di Bassano, senz’altro auspicabile, debba essere contestuale allo smembramento del territorio trevigiano in parte su Treviso e in parte su Bassano è tutta da dimostrare. Alcune osservazioni le hanno già sollevate gli avvocati che operano sul territorio, 160 professionisti sui circa 2000 iscritti all’ordine trevigiano. Altri dubbi li manifestano i comuni di Resana e di Maser oltre che quello di Montebelluna che pare vedano in questa destrutturazione più costi che benefici. Le “navette” che fanno la spola da Treviso a Bassano con documenti di Questura, Guardia di Finanza, Carabinieri, Conservatoria, per portare atti e provvedimenti da una sede provinciale all’altra non appare il modo migliore per velocizzare i procedimenti. Sulle criticità della Giustizia ricordo negli anni i dibattiti per una “specializzazione” dei Tribunali fra civile e penale, mai per uno smembramento parziale che non sappiamo a quale criterio risponderebbe.

Perché quando si legge sulla stampa che il presidente della Regione Zaia plaude alla “giustizia di prossimità” legando la “vicinanza” del tribunale di Bassano ai comuni della Castellana grazie alla Pedemontana Veneta, risulta evidente che la nostra situazione non è ben chiara ai piani alti. Castelfranco e i comuni del mandamento – tranne Loria e in parte Riese – non hanno alcun collegamento diretto con la Pedemontana Veneta: la cancellazione delle bretelle di adduzione da sud – e quindi la distanza in minuti da Treviso a Bassano – è esattamente la stessa. Per noi non c’è alcuna prossimità con Bassano e forse ce l’avrebbe Montebelluna che – strano a dirsi – non intende accodarsi a Castelfranco. Dove il Sindaco è l’unico a non avere dubbi e a voler “scardinare i retaggi storici e territoriali”.

Io capisco molto bene le preoccupazioni degli artigiani e degli imprenditori quando vedono il nostro territorio in sofferenza a causa di una giustizia troppo lenta, ma questo è un problema antico. Doveva essere risolto con la chiusura dei Tribunali periferici e invece è ancora lì, intatto, perché il grido di dolore riguarda da anni e anni, in primis, la carenza di personale che viene denunciata a ogni apertura di anno giudiziario. Finora abbiamo avuto qualche aspirina, mai la presa in carico decisa che oggi, con la denuncia anche delle infiltrazioni mafiose, è quanto mai urgente e indifferibile.

Per fortuna il Ministro Nordio è un trevigiano che – da Magistrato – ha conosciuto molto bene il territorio e i suoi problemi. È persona che gode di grande stima e sono certa che qualsiasi ipotesi di cambiamento sarà oggetto di analisi e di valutazione profonda e accurata. Perché se non si valutano fino in fondo, anche a livello tecnico, tutti i possibili risvolti e gli effetti collaterali di uno smembramento, rischiamo di ritrovarci dentro a un’illusione collettiva, con un destino identico a quello dell’accorpamento di 10 anni fa.

Su questo tema comunque presenteremo un’interpellanza al Sindaco poiché l’importanza di queste scelte merita un coinvolgimento del Consiglio Comunale e confidiamo di avere risposte basate su dati e analisi approfondite. (In foto: 27 giugno 2009, inaugurazione del Tribunale a Castelfranco in Zona Grandi Servizi Territoriali, perso dopo due anni per l’accorpamento con Treviso)

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