Segui i canali social:

NOI LA
CIVICA

Uffici di prossimità e esternalizzazioni

Nel 2009 a Castelfranco Veneto inauguravamo la nuova sede della sezione castellana del Tribunale di Treviso. Un grande impegno del Comune aveva dato finalmente una risposta dignitosa e adeguata a un servizio delicato come quello della Giustizia. Per anni, infatti, eravamo stati “richiamati” per i disagi della localizzazione nell’edificio storico dell’ex Pretura, dentro le mura, obsoleto, senza ascensore, senza spazi adatti alle specifiche funzioni. Posizionarlo nella zona dei Grandi Servizi Territoriali era stata una scelta ponderata e strategica per un servizio rivolto non solo ai castellani ma a un bacino di circa 100.000 abitanti.

Ma non avevamo fatto i conti con i famosi “tagli lineari” inaugurati dal Ministro Tremonti. Nel 2011 la sezione del Tribunale di Castelfranco era stata chiusa, tutti i servizi legati all’amministrazione della Giustizia, compreso alla fine anche il giudice di Pace, trasferiti tutti nella stessa sede di Treviso con i cittadini della Castellana costretti a fare avanti e indietro. Nessuna valutazione della situazione: i servizi pubblici, virtuosi o spreconi che fossero, dovevano subire tutti la stessa sorte in nome di un risparmio nei conti pubblici che mai si è comunque visto negli anni, né prima né dopo, basta analizzare la curva del debito del nostro Paese.   

Bene: a distanza di 10 anni, grande soddisfazione per l’apertura – un giorno la settimana – di uno sportello del Tribunale presso il Municipio di Castelfranco, aperto a tutti i Comuni della Castellana, per pratiche riguardanti procedimenti delicati come le tutele o gli amministratori di sostegno. L’Assessore regionale Elena Donazzan dichiarava contestualmente l’importanza di portare un servizio come questo vicino al cittadino, in sinergia con i Comuni e col Terzo settore.

Questa è musica per le nostre orecchie perché mai come oggi si può capire il valore dei servizi “vicini” ai cittadini. Se non avessimo avuto l’epidemia da Covid e non avessimo registrato tutte le difficoltà di bambini, giovani e adolescenti – oltre ai problemi per gli adulti – nel gestire a distanza e senza “rapporti umani” i momenti di formazione e di apprendimento, potremmo anche credere che una e-mail o una DAD sostituiscono benissimo un incontro e un dialogo fatto di atteggiamenti, sguardi, toni, ascolto…oltre che di parole messe in fila.

E invece abbiamo riscoperto il valore del negozio di vicinato, del bar “sotto casa”, dei rapporti umani, ma anche del dialogo a uno sportello, con una persona in carne e ossa che ti ascolta e che cerca di risolverti i problemi.

Per questo è difficile accettare l’ennesima esternalizzazione di servizi voluta dalla maggioranza con la deliberazione del Consiglio Comunale due settimane fa, quando l’Assessore alle Attività Produttive ha spiegato quanti benefici abbia il Comune a far gestire a un Consorzio Provinciale le pratiche che fino a oggi erano gestite dal Comune con un suo sportello. La gestione a livello centralizzato sarà più efficiente e le risposte saranno più rapide? Ma tutti saranno in grado di fare tutto on-line? Vogliamo pensare che c’è una utenza “debole” che va anche rispettata?

La vicenda “Tribunale” insegna. Allontanare i servizi dal territorio è una perdita in molti sensi, perdita di peso e di ruolo oltre che di risorse umane, di competenze e di attenzione alla persona. L’efficienza e l’efficacia vanno sicuramente monitorate ma va monitorata anche la qualità della vita che i servizi di prossimità possono contribuire a tenere alta.  

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con i tuoi contatti!
Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su pinterest
Condividi su whatsapp
Condividi su email
Condividi su telegram